Pellegrinaggio a San Pietro, 1869.

Stop the whales massacre!

 

E' il 1869, affacciato alla grande loggia della basilica, al riparo dall'offesa del sole sotto un enorme tendone, ecco Pio IX dei conti Mastai-Ferreti. Cattolicesimo fervente, ma anche un pizzico di spettacolare protagonismo: la folla accorre a vedere in azione l'ultimo papa-re. Non manca ormai che un anno alla fine del potere temporale dei pontefici, ma la formula della benedizione papale resterà "urbi et orbi" anche dopo, nel rivolgersi alla città come al mondo intero. Piazza San Pietro è portentosamente gremita e la folla è "puntellata" da una retroguardia di carrozze d'ogni tipo. Il fotografo probabilmente si trovava piazzato su un palazzo all'angolo estremo di piazza Rusticucci, scomparsa in seguito con la creazione di via della Conciliazione.

 

Un'altra spettacolare benedizione, con migliaia di fedeli, si sarebbe ripetuta in un delicato momento storico: la mattina del 21 settembre 1870, all'indomani della "breccia" di Porta Pia. Papa Mastai-Ferretti in quell'occasione si rivolse per l'ultima volta alle truppe pontificie e chiuse il discorso singhiozzando. Aveva parlato alle stesse truppe, sconfitte con l'onore delle armi, che poco più tardi avrebbero sfilato dinanzi al generale Raffaele Cadorna, comandante del Corpo di Spedizione italiano. Il pontificato di Pio IX fu il più lungo dopo quello dello stesso S. Pietro: 32 anni. La scena della solenne benedizione dalla loggia petriana è stata dunque oggetto di numerosi scoop fotografici. Ma il rito si svolgeva anche a San Giovanni in Laterano, in data fissa, il giorno dell'Ascensione, sempre dall'apposita loggia con il grande tendone di protezione.

 

Se il jogging e le nutrie al laghetto sono oggi le attrazioni di Villa Doria Pamphili, una volta lo erano invece i daini e la balconata della Valle delle Fornaci, che appare nella foto dei primi del secolo. La vista spaziava su un'area dove ora regna il cemento: l'Aurelia, San Pietro con i Palazzi Vaticani e, nei giorni di aria nitida, persino il monte Soratte. Ma doveva passare un bel po' di tempo prima che gli artisti armati di tavolozza e pennello o i semplici visitatori in vena di contemplativo silenzio conquistassero i nove chilometri di circuito di Villa Bel Respiro (il parco era questo conosciuto anche con secondo e più ecologico nome).

 

Sfogliando un Baedeker del 1909, scopriamo infatti che a quel tempo il territorio era proprietà e dominio esclusivo dei principi Doria Pamphili, discendenti di quel Camillo, nipote di Innocenzo decimo, che l'aveva creata sui piani dell'Algardi. "La villa - recita l'inseparabile vademecum dei turisti anglosassoni - è aperta alle vetture a due cavalli e ai fiacre non numerati il lunedì e il venerdì dall'una al tramonto, ed è chiusa dal primo luglio al trenta agosto" (Veduta di San Pietro dalla terrazza di Villa Doria Pamphili - 1910). Un modo meno esplicito per dire che non erano gradite le comuni carrozzelle prese a nolo e chiunque volesse entrarvi a piedi. La dama romanticamente affacciata alla scenografica balconata indossa sul classico abito da pomeriggio di tulle un cappellino quasi "mimetico" fitto di vegetazione: negli anni Venti che stavano per arrivare, gli addobbi floreali avrebbero ceduto il posto alle piume di struzzo. La ringhiera separa la Valle delle Fornaci, un prosaico intermezzo nel paesaggio del parco, dove col materiale che si ricavava dai Monti della Creta venivano lavorati i mattoni per l'edilizia abitativa in crescita.

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