Ponte Sant'Angelo alle dieci e venti di una mattinata convulsa. Come indica il quadrante dell'orologio sotto l'Angelo, siamo in piena ora di punta, e, anche senza motori, il traffico va a rilento. Il quartiere di Prati è nato da poco e vive già in pieno boom edilizio: carri e "barozzette" - capienti bauli su ruote, antenati degli autocarri - si marcano stretti a vicenda per trasportare materiale da costruzione oltretevere. Ma il ponte è un ingresso obbligato per l'altra sponda e la corsa dei veicoli si arresta in prossimità dell'uscita. In primo piano nella foto, la piazzetta di Ponte, lastricata a sampietrini, che in un passato non troppo remoto era stata teatro di pubbliche esecuzioni capitali: vi fu decapitata anche Beatrice Cenci. La balaustra posta a delimitare la piazzetta verso il fiume è costruita in modo da creare un ideale continuum con i parapetti del ponte.

In lontananza, la collina di Monte Mario appare sormontata dal pettine di cipressi, uno dei più famosi luoghi poetici dannunziani. Ai piedi dell'altura si stende una vasta piazza d'armi per le esercitazioni militari: la rivista delle truppe, nei giorni di particolari festività civili, avveniva lì. L'interno del mausoleo di Adriano, all'epoca, conservava ancora la tipologia di carcere e caserma. Con il generale Mariano Borgatti, che per primo si occupò del restauro del monumento, cominciò negli anni '80 la tradizione dei direttori con le stellette, che costituiscono oggi una vexata quaestio del museo.

I lavori di costruzione del mausoleo furono completati, dopo la morte di Adriano (138 dC) nel 139 dC, da Antonino Pio: in un primo tempo, dunque Adriano trovò sepoltura in altro luogo e, precisamente, a Pozzuoli. Questo Mausoleo fu fatto costruire da Adriano per accogliere la sua salma e quelle dei suoi successori. Per mettere in comunicazione tale sepolcro con la regione del Campo Marzio fu costruito un ulteriore ponte sul Tevere, il Ponte Elio, che fu inaugurato nel 134 d.C.