Via del Tritone.

 

 

 

Via del Tritone manifesta un improvviso bisogno di crescere. Ed è così che dalla toponomastica capitolina scompare definitivamente via dell'Angelo Custode. Con quest'ultima se ne va anche la rinomata farmacia della "Tintura d'assenzio ferruginoso" e dell'Iniezione Grassi, una sorta di miracoloso vaccino contro le malattie contagiose. Non è il primo nè l'ultimo fenomeno di mutazione urbanistica. Cartolerie, pelliccerie, liquori Gancia, arance e mandarini di Sicilia, dicono insegne e negozi seminascosti sotto un tunnel di mantovane e tende con lo strascico. Salgono e scendono lungo la via creata da poco le botticelle, un carretto, ma anche un calesse da campagna, mentre un omnibus arranca sul pendio.

 

 

Per far posto ai palazzi freschi d'intonaco è stato demolito, oltre alla chiesa dell'Angelo Custode, che dava il nome alla strada scomparsa, anche Palazzo Alberoni, che conteneva gli affreschi del Pannini trasferiti nelle sue sale dal Casino di Villa Patrizi, vicino a Porta Pia. Strappati una seconda volta, i dipinti vennero collocati definitivamente a Palazzo Madama, dove finalmente misero radici. La grande ombra sulla destra è quella proiettata dalla chiesa di Santa Maria in Via, famosa per la distribuzione dell'acqua santa proveniente dal pozzo interno.

 

 

Strilla già invadente la pubblicità che corazza gli angoli degli edifici: non c'è spazio per i rimpianti se non nelle canzoni di moda, che si intitolano per esempio "Ma l'amor mio non muore" e nei primi sberleffi di Petrolini.

 

passaparola

Stampa questa pagina