Veduta del Tevere con San Pietro.
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Le sponde del Tevere nature, ancora senza muraglioni, ma appena con un filare di “passonate” in legno, una sorta di palafitte conficcate nelle acque limacciose, che servivano a fermare le lingue di sabbia. Incredibile ma vero, quello a sinistra è il disadorno prospetto sul fiume dell’Appollo di Tor di Nona, il teatro lirico del tempo, più tardi immolato nel nome del lungotevere. Sopravvive in una lapide, posta anche a memoria delle due opere di Verdi che vi andarono in scena in prima assoluta.
L’architettura del ponte, costruito con una curvatura a schiena d’asino fin dal tempo di Adriano con tre arcate centrali e alcune laterali più piccole, cambierà notevolmente aspetto dopo la costruzione dei muraglioni. Sovrasta il ponte l’ottagono dell’ospedale di Santo Spirito e ai piedi di San Pietro, prima della comparsa di via della Conciliazione, sono ancora schierate le case di via Borgo Vecchio e Borgo Nuovo.
Non dureranno a lungo gli ultimi elementi di fortificazione all’esterno del mausoleo di Adriano. Sotto il baluardo di sostegno di Castel Sant’Angelo, alcune cabine per i bagni fluviali, su cui domina la casina di un caffè, anche quello stagionale. Nonostante il tentativo di insediamento a scopo ricreativo sul fiume, e un seppur rudimentale servizio di collegamento con Prati, effettuato da traghetti che si spostavano lungo una fune, il Tevere appare comunque già scollato dal resto della città.
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