Piazza e Porta del Popolo, 1890 ca.

 

La Casta dei giornali

Civili bombette e zinali legati in vita alle donne in un mix che disorienta. All'ombra dell'obelisco di Piazza del Popolo - che faceva il paio con quello di San Giovanni, innalzato sulla spina del Circo Massimo - il confine tra contado e cittą č solo una linea sfumata. E del resto la campagna si apre dove sorgerą il quartiere Flaminio, appena fuori dalla porta che reca di qua la firma di Bernini e di lą quella del Vignola, e forse di Michelangelo. "Regina portarum", come l'Appia era da sempre "Regina viarum". I due fornici laterali furono aggiunti nel 1877, come spiega una lapide, "per maggior comoditą della popolazione felicemente accresciuta dopo che Roma fu rivendicata all'Italia". Sono le nove del mattino e nella piazza all'estremo nord di Roma sfilano dirette al Pincio, forse per un'esercitazione, le truppe della guarnigione, vestite con l'uniforme scura e il Kepi bianco.

 

 

Ai lati, i palazzi gemelli disegnati dal Valadier, che ospitano la caserma (a sinistra) e il convento di Santa Maria del Popolo (a destra). In primo piano i binari del tram: quello a cavalli collegava la piazza con Ponte Milvio e costava 15 centesimi.  Ma sognare il tram elettrico non era poi un'utopia cosi proverbiale; il biglietto per salire in vettura costava ancora meno, 10 centesimi. Seguendo la direzione di binari, si arrivava al Mattatoio, pił tardi trasferito al Testaccio, in un complesso di edifici pił razionali. Alle spalle di chi guarda, si aprono le vie del tridente: Babuino, Corso, Ripetta..

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