Foro Traiano, 1890 ca.

No TAV

 

Gli incontri degli amici di Beppe Grillo

Iniziato nel 107, fu concluso nel 113 d.C., ad opera dell'architetto Apollodoro di Damasco. Costui, per creare uno spazio utile alla costruzione del Foro, fece tagliare la sella che anticamente univa Campidoglio e Quirinale. Testimonianza ne è l'iscrizione alla base della Colonna Traiana: "ad declarandum quantae altitudinis mons et locus tantis operibus sit egestus" (per indicare quanto era alto il colle che con questi lavori è stato demolito). La colonna dunque serviva anche ad indicare l'altezza originaria del colle tagliato per liberare l'area per il Foro.

 

Ugo Ojetti, "ragazzo romano" classe 1871, rammenta nelle sue memorie che anche lui scendeva al mattino presto da casa sua, in piazza San Claudio, e comprava per pochi soldi il latte di capra. Immancabilmente, all'alba, pastori e contadine erano in città col ristretto gregge al seguito, che si faceva annunciare dal tintinnare dei campanacci legati al collo. Il latte di capra, più leggero e nutriente di quello di mucca, era molto di moda e avrebbe fatto gola ai pubblicitari di odierne merendine: il Foro di Traiano era un luogo troppo suggestivo per non aprire bottega. Non soggetta a vincoli che sbarrassero la strada alle greggi, l'area dove era concentrata l'opera di Apollodoro di Damasco (uno dei più imponenti complessi edilizi dell'antichità che misurava 300 metri per 180), conferiva alla scena un sapore bucolico.

 

Eppure siamo in zona tutt'altro che agreste: a due passi dalla Colonna Traiana, a metà strada tra la cinquecentesca chiesa di Santa Maria di Loreto e di quella del SS. Nome di Maria, il più grande ex voto del mondo. Era stata infatti costruita "per grazia ricevuta" dopo la liberazione di Vienna dai Turchi, nel 1683. Del fitto agglomerato di abitazioni che circondava quest'oasi di antica Roma, il cui scavo era stato iniziato dai francesi nel 1812, sarebbe sparita ogni traccia nel Ventennio, quando sulle sue fondamenta sarebbe nata la via dell'Impero. Anche il laterizio originale della gradinata, che col suo piano orizzontale spezza i verticalismi del monumento celebrativo delle gesta di Traiano, del lampione e delle cattedrali, andrà in parte perduto.

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